Introduzione
Col nome generico di nebulose si identifica quel complesso di corpi celesti di forma estremamente eterogenea, costituito da gas o pulviscolo atmosferico a densita estremamente bassa, gravitanti entro la nostra Galassia.
In generale le nebulose si possono classificare in due tipi: le nebulose diffuse e le nebulose planetarie.
Le nebulose diffuse a loro volta si possono distinguere in nebulose lucide e nebulose oscure.
Nebulose diffuse
Le nebulose diffuse sono nubi di materia interstellare, vale a dire agglomerati di gas e polveri rarefatti ma estesi. Se sono vasti e massivi a sufficienza, frequentemente sono sede di formazione stellare, si generano quindi grandi associazioni o ammassi di stelle. Alcune delle giovani stelle spesso sono talmente massive e calde che la radiazione ad alta energia che emettono può eccitare il gas della nebulosa stessa (principalmente idrogeno) che diviene luminoso. Una nebulosa di questo tipo viene chiamata nebulosa ad emissione. Se le stelle non sono abbastanza calde, la loro luce viene riflessa dalla polvere e può essere osservata come una nebulosa a reflessione bianca o bluastra.
Nebulose planetarie
Quando una stella come il nostro Sole avanza nell'età, dopo aver bruciato nel nucleo l'idrogeno in elio per lungo tempo durante la fase della sequenza principale ed in seguito (nel successivo stadio di gigante rossa) l'elio in carbonio ed ossigeno, le reazioni nucleari nel nucleo terminano e la fusione dell'elio continua negli strati esterni al nucleo stesso. Questo processo porta all'espansione della stella e provoca una pulsazione degli strati esterni come nelle variabili a lungo periodo tipo Mira, che la rendono estremamente instabile e causano la perdita di parte della massa nel forte vento stellare. L'instabilità termina con l'espulsione di una parte significativa della massa dell'astro per mezzo di un guscio in espansione. Della stella rimane il nucleo, una piccola stella estremamente calda che emette radiazioni altamente energetiche.
Il guscio di gas in espansione brilla per l'eccitazione provocata dalla radiazione ad alta energia emessa dalla stella centrale, la materia del guscio viene quindi accellerata ulteriormente cosicché, nel tempo, l'espansione aumenta di velocità. Il guscio di gas risplende divenendo così visibile come una nebulosa planetaria. Nelle lunghe esposizioni, la materia emessa nella fase di variabile tipo Mira, può essere rilevata come un esteso alone che circonda molte nebulose planetarie.
Nebulose resti di supernova
L'involucro gassoso che una supernova lascia dietro di sé dopo l'esplosione prende il nome di “resto di supernova”. Esso è costituito dagli strati più esterni della stella esplosa, che si dilatano nello spazio formando un guscio; il suo studio spettroscopico consente di risalire alla composizione chimica della stella progenitrice e, quindi, di ricostruirne l'evoluzione.
Gli astronomi calcolano che un resto rimanga visibile circa 100 000 anni prima di dissolversi nello spazio interstellare. Spesso i resti di supernova contengono alloro interno una pulsar, che costituisce il nucleo della stella esplosa sopravvissuto all'esplosione stessa.
Sono noti molti resti di supernova all'interno della nostra Galassia; è possibile quindi, da un lato, cercare di verificare se vi sia un resto nel luogo in cui è noto che sia esplosa una supernova (ad esempio in base alle osservazioni storiche), dall'altro studiare un resto visibile per calcolare quando sia esplosa la supernova che lo ha generato.
Nebulose oscure
Una nebulosa oscura è una grande nube che sembra povera di stelle, dove la polvere del mezzo interstellare è concentrata.
La forma di queste nubi è molto irregolare: non hanno confini esterni definiti e qualche volta assumono forme sinuose e attorcigliate. Le più grandi nebulose oscure sono visibili ad occhio nudo, appaiono come macchie scure sul più brillante sfondo della Via Lattea.
lunedì 29 marzo 2010
domenica 28 marzo 2010
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